La giornata di lezioni del 26 aprile è iniziata con modulo di Governance, condotto dal dott. Antonello Panza e dal dott. Roberto Bresci.
GOVERNANCE. Il primo ad aver preso parola durante la lezione è stato proprio il dott. Antonello Panza, segretario generale della Federazione Italiana Nuoto che ha presentato l’evoluzione del quadro legislativo in materia di organizzazione sportiva e gli effetti della riforma dello sport sul modello della Governance.
Come potete ben capire parliamo di economia nella dimensione dello sport che ad oggi, in piena pandemia risulta inevitabile non discuterne per attirare l’attenzione dei legislatori.
“Pochi Ristori e grandi disagi da un cambio di Consiglio dei Ministri a ad un altro e ciò che è andato sempre più a crearsi è stata una crisi all’interno di un’altra crisi.” queste sono state le prime considerazioni del dott. Panza.
I dati ISTAT riportano come in Italia siano più di 35mila le imprese a svolgere la propria attività nel settore sportivo con un numero di operatori che supera i 100 mila posti lavorativi. “La Commissione Europea afferma che lo Sport ha un grande impatto sull’industria proprio perché il comparto contribuisce con 300 miliardi di euro al valore aggiunto dell’Unione Europea, contando 4,5 miliardi di lavoratori. Per colpa del Covid abbiamo perso molte certezze specialmente all’interno di questo settore che nell’ultimo periodo è stato emarginato; siamo venuti incontro ad un vero e proprio momento di rottura che cambierà il modo di vedere e di programmare le cose nel mondo sportivo.”
CORPORATE GOVERNANCE. Come successivamente spiegato dal dott. Panza, negli studi di Management è importante recuperare un concetto fondamentale: Il Corporate Governance.
Questo termine Anglosassone, definisce l’insieme di soggetti che svolgono la funzione imprenditoriale formulando scelte che orientano e guidano l’azione dell’organizzazione e dei sistemi di controllo per la ri-organizzazione dell’attività se necessario. Più sinteticamente, per Governance oggi si intende il proprio agire nei confronti della Società e dell’Ambiente esterno. L’efficacia dell’azienda incide profondamente sul tessuto sociale in cui essa opera e contribuisce al deterioramento/mantenimento dell’ambiente di cui ne è parte.
“Gestire un’attività sportiva deve tener conto della responsabilità sociale di ogni azione e del ruolo fondamentale nel concorrere ad uno sviluppo sostenibile. Parliamo di Good Governance quando il controllo e la pianificazione diventano opportunità di crescita di un territorio con alla base organi direttivi autorevoli, competenti ed operativi.”
Quindi quando parliamo di Sport, parliamo di un fenomeno molto più ampio, profondo e complesso. E’ un vero e proprio sistema che comprende (elencandone solo alcuni): imprese, istituzioni che cedono gratuitamente o a prezzi non remunerati i propri servizi della società, cooperative nel settore dello sport, industria dei media, CONI, CIP, Sport e Salute S.p.A, Federazioni Sportive e molto ancora.
Per capire il sistema sportivo di vertice, è stata fatta chiarezza tramite uno schema fornitoci dal dott. Panza che da un lato abbiamo visto protagonista l’Autorità di Vigilanza (rappresentata dalla Presidenza del consiglio dei Ministri) e dall’altro lato invece il MEF ( il Ministero Economia e Finanze che eroga i contributi).
Ponendo l’attenzione sul piano economico, oggi di fronte alla crisi, la riforma sull’organizzazione sportiva va ad intaccare tutti gli operatori sportivi. Da anni si è chiesta una riforma del comparto!
LE RIFORME. Con la Legge n.145 del 30 dicembre 2018 parte la prima riforma dove la società Coni Servizi S.p.A assume la denominazione di Sport e Salute S.p.A. C’è un nuovo sistema di Governance che viene trasferito al Ministero. Si arriva alla riforma vera e propria tramite la legge n.86 dell’8 agosto del 2019 dove Il CONI è tornato ad assomigliare a quel famoso “modello alla francese” dove il Comitato Olimpico transalpino si occupa dell’alto livello e dell’attività olimpica. Grazie a questa legge il Governo viene chiamato a legiferare sull’intero corpo riguardante l’attività sportiva, con lo scopo di intervenire e creare una completa riforma dell’ordinamento sportivo.
Ha continuato così l’argomento sulla Riforma dello Sport il dott. Roberto Bresci, presidente del Comitato Regionale FIN Toscana parlando delle prime bozze di testo di riforma arrivate nel maggio-giugno del 2020. Queste bozze vengono spacchettate in cinque decreti legge che successivamente vengono accettati sotto forma del decreto legislativo n.36 del Febbraio 2021. E’ il decreto più importante, un decreto omnibus che contiene norme sulla forma giuridica degli enti sportivi dilettantistici al lavoratore sportivo. Viene definito il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo.
DIRITTO DELLO SPORT. Nella seconda parte della giornata, si sono conclusi i moduli di Diritto dello Sport e di Storia dello Sport. Durante la Lezione della professoressa Elisabetta Antonini è stato di grande interesse ascoltare l’intervento dell’avvocato Florenzo Storelli.
L’avv. Florenzo Storelli ha introdotto il tema dell’abolizione del vincolo sportivo e che la Governance dello Sport manchi completamente all’interno dei cinque decreti legislativi prima citati. Un’altro argomento di cui abbiamo discusso è stato proprio il rapporto sportivo, più nello specifico, parlando del contratto collettivo nazionale del lavoro facendo riferimenti al basket.
STORIA DELLO SPORT. Per concludere la nostra giornata di lezione, il prof. Saverio Battente si è concentrato sull’evoluzione dello Sport nel nostro Paese sottolineando il forte ritardo sociale che stava attraversando l’Italia prima del 1861. Quella che era l’attività fisica praticata, aveva due situazioni peculiari ovvero un’attività fisica legata al mondo nobiliare aristocratico che richiamava al mondo cavalleresco-militare (un percorso della formazione dell’uomo) e un’attività fisica/ ginnica vista come propedeutica per una buona salute. Viene a mancare l’attività agonistica, di competizione e quello che emerge è che si rimane fermi ad un’attività ludico ricreativa.
Il primo esempio di Sport in senso moderno è nel Risorgimento con Giuseppe Garibaldi con il tiro a segno nelle grandi città. Quest’attività doveva avvicinare le borghesie italiane all’uso delle armi, per creare delle borghesie militari. Il tiro al bersaglio avrebbe portato alla funzione militare.
Subito dopo l’Unità d’Italia, c’è uno step successivo: quello di cercare ed educare gli Italiani attraverso lo sport. Grazie alla nascita della scuola dell’obbligo si inserisce la ginnastica da insegnare all’interno del sistema scolastico come educazione fisica. Intorno al 1870 l’Italia non ha più come punti di riferimento Inghilterra e Francia, bensì comincia a prendere come modello principalmente la Germania: lo sport ne risente pesantemente perché la ginnastica viene vista come lo strumento di disciplina ed educazione che crea la Nazione militare del futuro.
Come ci spiega il prof. Battente, lo Sport inizierà a decollare agli inizi del ‘900, in piena età Giolittiana intorno alla redazione del giornale sportivo “La Gazzetta dello Sport”. Il vero progresso arriverà quando lo stato si legherà al CONI che nasce nel 1914.
Il Professor Battente ha così continuato ad esporci il cambiamento dello sport, partendo dall’Italia Liberale con attività fisica praticata principalmente da borghesi senza una vera modernizzazione. L’Italia Fascista invece punta sullo Sport come propaganda e sul successo femminile. Non punta sul ciclismo perché troppo individualista, ma investe molto sul calcio. Nel dopoguerra, invece, i partiti di sinistra e la democrazia Cristiana danno vita allo sport popolare!
Il Calcio inizia a legarsi con i grandi capitalisti italiani che diventano proprietari delle società e proprio con il flusso migratorio Sud-Nord, la Juventus diventa la squadra degli “immigrati” legati a Torino tramite la FIAT.
Per concludere, una grande svolta si ha con Berlusconi e la televisione dove le grandi squadre dello sport diventano intrattenimento di massa.
Carlotta Guerranti
L’autrice è neolaureata in Mediazione Linguistica ed aspirante giornalista sportiva. Da anni è appassionata di motori, basket e calcio.
Foto di apertura di Gerd Altmann from Pixabay