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Dal dopoguerra alle TV commerciali | 60 anni di minibasket
UN GIOCO PER SIGNORINE ALLA MENS SANA SIENA? Il basket è l’unico fra i giochi sportivi importati in Italia che abbia avuto successo prima in campo femminile. A frenarne la diffusione, in quello maschile, furono probabilmente le sue origini americane e protestanti avversate e condannate pubblicamente dalle gerarchie ecclesiastiche vaticane.
Ida Nomi Venerosi Pesciolini (nella foto a destra) nacque a Siena il 1 agosto 1873. Era figlia di Leopoldo, ginnasiarca, già da due anni direttore dell’Associazione ginnastica senese “Mente sana in corpo sano”. Ida, dal 1898, all’età di 25 anni quindi, ricoprì la carica di responsabile tecnica della sezione femminile dell’Associazione. Donna dinamica e attenta alle novità, tradusse per prima le regole, in una forma ridotta e adattata, fissate da James Naismith, inventore del basket nel 1891.
Aveva 34 anni, il 27 aprile 1907, quando nella palestra di Sant’Agata, programmò una partita che però non si tenne «per mancanza di spazio a disposizione». L’esibizione invece si tenne il 12 maggio 1907, nell’ambito del Concorso nazionale ginnastico di Venezia, davanti alle loro maestà Vittorio Emanuele III e Elena del Montenegro. Qui Ida Nomi Venerosi Pesciolini impegnò finalmente le sue allieve in un’esibizione cestistica nel corso della “produzione libera a squadre”. D’un tale paradigma al femminile è testimonianza anche la seconda edizione aggiornata del 1912, di un volume di Luisa Rebecca Faccio di Torino sui giochi scolastici femminili in cui trovava spazio anche la pallacanestro: “È evidente quanto venissero precipuamente apprezzati i contenuti educativi e salutistici del gioco, particolarmente adatto alle fasce femminili giovanili”.
YMCA: APOSTOLATO E GRANDE GUERRA. Esportato dalle truppe statunitensi in Europa per la Grande Guerra, invece, assunse tutt’altra connotazione. Divenne uno sport virile superando i pregiudizi che sin lì ne avevano impedito l’espansione. La funzione di “levatrice assolta dalla Grande Guerra è incontestabile” e va legata al ruolo che nel tratto finale del conflitto recitò la YMCA. Dopo averlo inventato a Springfield nel 1891 veicolò il basket nel vecchio continente all’interno del proprio piano di attività ricreativo-assistenziali rivolte alle armate della Triplice Intesa. Con due campagne di finanziamenti raccolse 175 milioni di dollari che le permisero d’inviare in Europa 21.000 volontari. Nel 1918 175.000 soldati dell’American Force Expeditionary (AEF) gareggiarono in incontri sportivi promossi sui diversi fronti di guerra. All’Italia vennero destinati 227 funzionari e 1500 operatori.
Nel dopoguerra l’impegno della YMCA si rafforzò in Italia appoggiandosi all’associazionismo evangelico autoctono e facendo leva sul proprio apostolato educativo e sportivo. In Lombardia la YMCA, saldamente impiantata tra Gallarate e Busto Arsizio, nel 1919 era presente in altre venti località e impartiva il proprio insegnamento sportivo a circa 5000 giovani. A Milano, una serie di convegni promozionali ad inizio gennaio spingevano affinché l’Italia fosse inserita “nelle dinamiche dello sport moderno aprendosi ai giochi di matrice statunitense”
I GIOCHI INTERALLEATI DI PARIGI. I primordi del basket in Lombardia, regione pioniera in Italia, tra il 1918 e il 1921, poggiano su quattro passaggi-chiave:
- L’attenzione-attrazione per il gioco mostrata dagli ambienti studenteschi e in particolare dall’Istituto d’istruzione superiore “Cavalli e Conti” e dall’Associazione Sportiva Studenti Italiani (Assi), entrambe di Milano;
- Gli incontri disputati da squadre militari tra Gallarate, Monza, Milano nella primavera del 1919;
- La partecipazione d’una selezione italiana, interamente composta da giocatori lombardi, ai Giochi interalleati di Parigi dell’estate 1919;
- La fondazione nell’autunno 1921, a Milano, della Federazione Italiana Basketball (FIB).
Questi quattro tempi furono accompagnati e sostenuti, dalla YMCA, ma anche dall’importante rete associativa delle Società ginnastiche, l’unico movimento sportivo, a cavallo tra Otto e Novecento, ramificato sull’intero territorio nazionale.
STUDENTI. Significativa fu l’introduzione nella scuola privata medio-superiore “Cavalli e Conti”. Fondata nel 1897 dai ragionieri Carlo Cavalli ed Emilio Conti, l’istituto rappresentava allora la scuola cittadina più prestigiosa, nella preparazione secondaria del ceto economico-amministrativo. E fu proprio al “Cavalli e Conti” che, tra gli sport proposti ai propri allievi, il basket ebbe il primo bacillo di diffusione. Il 10 maggio 1919, infatti, gli studenti di via Santa Valeria sfidarono a Gallarate la squadra Aviatori della Malpensa, soccombendo, però, 35-3. Un passivo pesante, ma simile (33-3) a quello che, sul proprio terreno, gli stessi Avieri avevano subito dal 2° Reggimento Autieri Monza il 30 aprile 1919. Le due formazioni militari scesero nuovamente in campo, presso il parco Reale di Monza, il 16 maggio 1919. La partita fu più equilibrata e terminò con la vittoria degli Autieri per 13-11.
1919. NELL’ARENA DI MILANO, ASPETTANDO IL GIRO. Questa serie di incontri culminò in una gara disputata all’Arena napoleonica di Milano, in attesa dell’arrivo dell’ultima tappa del Giro d’Italia, l’8 giugno 1919. Arbitro il pastore della YMCA Goldbold, gli Automobilisti schierarono Arrigo Paolo Muggiani (capitano), Marco Muggiani (sergente maggiore), Francesco Bullè (sergente), Giuseppe Sessa (caporalmaggiore), Domenico Durante (soldato), mentre gli Avieri avevano in squadra Vito Baccarini (capitano), Guglielmo Bagnoli (tenente), Emilio Palestra (sottotenente), Gino Bianchi (sottotenente) e Battista Pecollo (sergente). Finì 11-11 e, come confessò più tardi Arrigo Muggiani, il risultato fu sostanzialmente concordato dalle due squadre perché, si trattava d’un match selettivo in vista dei successivi Giochi Interalleati che nessuno voleva mancare.
Il confronto dell’8 giugno 1919 si pone a mito fondativo del basket italiano, facendo da prologo a un suo ulteriore ed essenziale step: l’Olimpiade di Joinville-le-Pont alle porte di Parigi (22 giugno-6 luglio 1919) riservata ai soldati delle nazioni vincitrici del conflitto mondiale. La loro origine deve essere ricondotta all’azione sinergica della YMCA e dell’American Force Expeditionary . Molteplici i fini che si volevano conseguire: d’ordine militare, igienico, politico, sportivo, e più segnatamente si mirava a testare la bontà della preparazione fisico-sportiva impartita alle truppe e a sublimarne anche le energie sessuali, ma anche propagare più o meno esplicitamente per mezzo della YMCA il modello americano e i suoi stili di vita. Una forma d’imperialismo culturale che trovava nello sport uno dei suoi punti di forza. Nelle partite, smentendo gli scettici e superando 15-11 la Francia, in precedenza umiliata dagli americani 93-6, il quintetto militare italiano non deluse nemmeno nella finale giocata contro i maestri d’Oltreoceano. Si arrese sì, ma 51-17.
PIONIERI. Ritornando alla vita civile, il nucleo di cestisti-militari che avevano vissuto quello straordinario evento si trasformarono nei pionieri del basket lombardo e nazionale. Se ne fecero i principali vettori. Al “Cavalli e Conti”, in questa tranche di maturazione e radicamento, subentrò nel 1919, con a capo il ragionier Bruno Bianchi, l’ASSI.
L’Associazione Studenti Sportivi Italiani che dal 1921 al 1927, eccelse quasi incontrastata in campo nazionale, aggiudicandosi sei scudetti tricolori, tranne quello del 1923, andato all’Internazionale Milano. I pionieri, chi erano? Su tutti spicca Arrigo Paolo Muggiani, padre-fondatore del basket italiano, che ricoprì la carica di primo presidente della FIB. Nato a Milano il 2 gennaio 1889 e spentosi nella sua città il 12 settembre 1973, il genitore Umberto era un facoltoso commerciante e il fratello maggiore Giorgio (Milano, 1887-1938) recitò un ruolo rilevante nell’ambito delle professioni e degli sport milanesi. Segretario del Milan Foot-Ball and Cricket Club, il 9 marzo 1908, al ristorante “L’Orologio”, capeggiò la scissione da cui sorse l’Internazionale Football Club presente e vincente pure nel basket. Vicino alla corrente artistico-culturale futurista, s’affermò come grafico e cartellonista di fama disegnando la testata di “Football” (1913) di Cesare Fanti, il primo settimanale del calcio italiano, e soprattutto del “Popolo d’Italia” di Benito Mussolini. A comporre questo peculiare quadro familiare concorse anche il terzo Muggiani, Marco (Milano, 1894-1963) che fu il primo segretario della FIB. I tre Muggiani esprimevano il dinamismo della borghesia ambrosiana. In questa tipologia s’inscrive anche l’altro milanese Guido Brocca, agente di cambio presso la Borsa valori e sei volte vincitore del titolo italiano con l’Assi. Ennesimo prototipo di basket e pragmatismo, creatività e calcolo.
SUPER FEDERAZIONE. Un altro aspetto saliente del basket italiano d’antan riguarda i controversi legami intessuti con la Reale Federazione Ginnastica d’Italia (RFGI). Rapporto che, se inizialmente sembrò affine a quello “utilitaristico” instaurato con la YMCA, si rivelò presto un laccio da cui liberarsi. Affiliata alla RFGI dal 23 marzo 1906, la Sef “Costanza” passerà alla storia del basket per la vittoria riportata nel Concorso ginnastico di Venezia del 26-30 maggio 1920: torneo impropriamente considerato da alcuni come una sorta di primo campionato ante litteram. In realtà la RFGI nei primi decenni del ‘900 bandì numerosi campionati nazionali di giochi sportivi. Nessuno di questi può tuttavia essere correttamente paragonato, per quantità e qualità dei partecipanti, a quelli indetti dalle rispettive Federazioni. La RFGI si proponeva come una Superfederazione, sorta di ampio protettorato su svariate discipline sportive. Da ciò la sua politica “annessionistica” fondata su tre principi: assorbire, assimilare e, nel caso di pratiche estere quali il basket, italianizzare.
1921. IN BIRRERIA NASCE LA FIB. Nel 1921 la RFGI assegnò la cura dei suoi secondi campionati tricolori di pallacanestro alla società ginnastica “Pro Lissone”, ma per varie disfunzioni l’evento venne soppresso e ciò preparò il terreno alla creazione della FIB. O meglio, il nucleo di società prevalentemente milanesi e lombarde già attive in questo sport trasse a pretesto l’annullamento di quelle gare per sottrarsi all’abbraccio sempre più soffocante della RFGI, ponendo così basi al dispiegarsi, senza indesiderate tutele esterne, del basket italiano. Questo il succedersi serrato delle fondamentali tappe istitutive. A settembre, presso la sede dell’Internazionale di via Unione 5, s’incontrò una cerchia d’appassionati per discutere delle carenze organizzative che angustiavano il movimento.
ARRIGO MUGGIANI, PRIMO PRESIDENTE. Il 1 ottobre 1921 Arrigo Muggiani, dal proprio domicilio milanese di via Dante 16, inviò la convocazione di una “Assemblea costituente”. Tempo una settimana, e l’8 ottobre 1921, in via Ugo Foscolo, nei locali della Birreria “Spaten” di Natale Colombo, si svolse una prima riunione che contemplava al quarto punto all’ordine del giorno: «Elezione di un Comitato Permanente ed eventuale costituzione di una Federazione autonoma». All’appuntamento presenziarono una trentina di delegati che diede mandato a un Comitato di saggi composto da Arrigo Muggiani (Internazionale, in qualità di presidente), Guido Brocca (ASSI), Carlo Andreoli (Costanza), Carlo Grassi (Forza e Coraggio) e Lombardini d’affrontare i problemi sul tappeto. Sembrava ancora trattarsi d’una fase interlocutoria e viceversa, con una forte accelerazione, il 2 novembre 1921 l’Assemblea delle società convenute al nuovo appuntamento costituente approvò lo Statuto della Federazione Italiana Basketball.
Contestualmente la FIB lanciò, a partire dall’8 novembre 1921, il primo torneo federale: questo sì, il vero e proprio campionato numero 1 della pallacanestro italiana, che sarebbe stato vinto dal quintetto dell’ASSI.
Come ultimo atto istituzionale, nella prima Assemblea elettiva del 21 dicembre 1921 i rappresentanti dei dieci club presenti (ASSI – Guido Brocca; Internazionale – Marco Muggiani; SEF “Costanza” – Angelo Vitali; Unione Sportiva Milanese – Mario De Simoni; “Forza e Coraggio” Milano – Beniamino Giussani; Ricreatori laici Milano – Aroldo Mazzola; Gruppo sportivo “Marelli” Sesto San Giovanni – Armani; Juvenilia Milano – Angelo Bagnato; Sempre Uniti Milano – Luigi Massa; Veloce Club Milano – Mutterlini) convogliarono i loro voti (9) su Arrigo Muggiani, che divenne il primo Presidente della FIB, coadiuvato da Mazzola (vicepresidente); Marco Muggiani (segretario, fissando gli uffici federali nella sua abitazione di via Disciplini 15); Vitali (cassiere); Bagnato, Brocca, De Simoni, Mutterlini e Confalonieri consiglieri.
La lunga gestazione della nostra pallacanestro, che aveva preso le mosse nelle retrovie della Grande Guerra, si concludeva così con un voto espresso in una birreria alla moda.
Sergio Giuntini