Sociologia e Governance sono gli argomenti dei moduli trattati nella giornata di lezioni del 3 maggio dai professori Raymond Siebetcheu e Simone Cresti.
SOCIOLOGIA. È risaputo ormai che praticare sport ha importanti riscontri positivi sulla vita di un essere umano. Fortunatamente nel corso degli anni sono aumentati considerevolmente le persone che dedicano parte della giornata allo sport: sono infatti più di 20 milioni di persone in Italia, circa il 35% della popolazione (fonte dati ISTAT). Tuttavia, il dato più preoccupante è che circa il 39% della popolazione italiana non pratica alcun tipo di attività fisica, percentuale sulla quale noi operatori sportivi sentiamo l’esigenza di intervenire.
Tutto ciò non rappresenta solo un grave pericolo per la salute fisica, ma può portare anche ad incapacità di relazione interpersonale nei diversi contesti culturali in cui un soggetto può ritrovarsi a partecipare nel proprio percorso di vita. A tal proposito il docente universitario Raymond Siebetcheu, durante la lezione del modulo di sociologia, si è voluto soffermare su quanto l’attività motoria di gruppo rappresenti un vero e proprio strumento per la lotta contro ogni tipo di discriminazione; evidenzia il concetto di inclusione sociale ed integrazione delle espressioni identitarie e favorisce la socializzazione, la lealtà, il rispetto reciproco.
Non solo, può essere anche un momento di vero e proprio apprendimento. In base a dei risultati di una propria ricerca infatti, il professore ha constatato che per molti alunni lo sport rappresenta anche un simpatico momento per apprendere lingue e culture diverse. Si pensi ad esempio che in alcuni contesti professionistici è sempre più richiesta la figura di un interprete o di un mediatore linguistico capace di trasmutare non solo il discorso di un allenatore – ad esempio – ma anche tutto il linguaggio non verbale di contorno che, è risaputo, all’interno di una squadra è di vitale importanza.
GOVERNANCE. Non è da meno però il concetto di governance, ampiamente analizzato dal professor Simone Cresti, che accentra il proprio obiettivo nel riconoscere ai professionisti dello sport di saper navigare all’interno di molti ambiti, a partire dalla politica, alle politiche pubbliche fino alla sostenibilità sia ambientale sia economica. Una società sportiva, dunque deve essere in grado di agire come “all’interno di un network; è fondamentale conoscere, saper osservare ed analizzare lo sport, le dinamiche, gli impatti, i portatori di interesse da più angolazioni a partire dall’aspetto ludico o educativo fino all’aspetto economico e politico”. Possiamo concludere quindi che lo sport viene strutturalmente usato come veicolo di presentazione di identità culturali tra diverse comunità.
Mirko Brandini
Playmaker Sinergy Valdarno