Settori giovanili. Prospettive e problematiche gestionali. Il resoconto della Tavola rotonda

Tavola rotondadi Elisabetta Antonini

Il 16 febbraio si è svolta al Liceo Sportivo “Alessandro Volta” di Colle Val d’Elsa (SI), una Tavola Rotonda. organizzata nell’ambito delle iniziative del Corso di Operatore delle società sportive dell’Università di Siena, Dipartimento di Scienze politiche, sociali e cognitive, in collaborazione con il Comune della località valdelsana, sul tema “Settori giovanili. Prospettive e problematiche gestionali”. Hanno partecipato esperti dell’argomento, coordinati dal giornalista Mimmo Cacciuni Angelone.
Dopo i saluti dell’assessore allo sport e docente del liceo, Serena Cortecci e del vicedirettore del Corso Massimo Bianchi, è intervenuto per primo da remoto Massimo Faraoni, Presidente FIP Toscana. Faraoni ha ricordato i suoi esordi da dirigente nel settore giovanile del basket e ha sottolineato che dopo il rallentamento dell’attività per uno sport di squadra nel periodo dell’emergenza Covid, si è trattato di riprenderla con il ritorno in palestra. A tal proposito ha evidenziato il problema della scarsità di impianti sportivi e la necessità di una maggiore collaborazione fra le Istituzioni ministeriali interessate dello Sport e anche della Pubblica istruzione e le Federazioni. A proposito della recente riforma dello sport – con l’avvertenza che le società sportive più strutturate saranno avvantaggiate – l’ha giudicata un passo avanti per quanto riguarda l’intento di dare delle regole in materia, ma ha auspicato anche norme di maggiore trasparenza e orientate ad una più ampia professionalizzazione.

Nel primo giro di interventi Alessandro Alberti, Presidente FIDAL Toscana, ha affermato come l’atletica, da sport individuale all’aperto, sia stata meno penalizzata durante il periodo Covid e abbia incrementato del 25 percento il numero dei tesserati e del 44 percento quello dei tesserati nei settori giovanili, accennando a varie problematiche che li riguardano, mentre Ruggiero Radice, Tecnico del Settore giovanile FGCI a Coverciano, ha parlato di un percorso in cui i ragazzi hanno l’opportunità di allenarsi e giocare, di esprimere le proprie capacità seguiti da staff di professionisti, ma – citando alcune sue precedenti esperienze – ha ritenuto il risultato più importante, al di là dei traguardi sportivi, la promozione scolastica dei giovani giocatori e ha dato consigli pratici agli studenti presenti all’incontro.

E’ seguito l’intervento di Alessandro Fammelume, Direttore tecnico settore giovanile Emma Villas Aubay Volley Siena, che con i suoi quaranta anni di esperienza nel settore della pallavolo e da dirigente di una squadra di vertice, ha messo in rilievo l’importanza e centralità dei giovani che devono essere seguiti sotto diversi aspetti (tecnico, psicologico, medico), segnalando fra gli obiettivi di un settore giovanile – non esclusivo, anche se prioritario, delle società professionistiche – quello di scoprire e far maturare qualche talento, secondo un approccio comunque comune attraverso la creazione di percorsi adeguati e personalizzati, senza sottacere i cambiamenti del rapporto con i ragazzi dovuti alle trasformazioni sociali e la necessaria interazione con la scuola. Più in generale è compito dei formatori sensibilizzare i ragazzi a fare sport per il suo valore sociale e per la maturazione della persona pur nelle difficoltà delle strutture e degli impianti sportivi, auspicando per questo una maggiore attenzione delle Istituzioni, come avviene all’estero.
Michele Catalani, responsabile settore giovanile Armani Olimpia Milano, in collegamento via web ha accennato al tema di come si affrontano le sconfitte e come i giovani mostrino maggiore difficoltà di fronte agli errori, suggerendo che l’insegnamento deve essere di darvi giusto peso perché anche questi fanno parte di un percorso di crescita e in merito si è soffermato sul nuovo progetto a livello di settore giovanile della Olimpia Accademy – cui ha dato impulso il presidente delle Basketball Operations, nonché capo allenatore della prima squadra, Ettore Messina – che impegnerà in un processo di non breve durata e richiederà investimenti e risorse.

Nel secondo giro di domande a proposito di come venga gestito un talento emergente, sempre Catalani ha risposto che occorre comunque lavorarci anche mentalmente essendo fondamentale seguire dei passaggi progressivi, mentre Alberti – premettendo che anche le piccole società possono essere accomunate alle grandi dall’obiettivo di scoprire qualche talento, con la differenza per quanto attiene ai mezzi economici e al supporto delle Federazioni – ha introdotto anche il tema dell’importanza di una regolamentazione della figura dei Tecnici e di una maggiore professionalizzazione dei Dirigenti, ruolo finora in gran parte ricoperto da volontari che dovranno essere inquadrati diversamente. Se nella prima direzione si è infatti mossa – nella parte della disciplina del lavoro sportivo – la riforma dello sport, da salutare per questo con favore sebbene resti il problema della solidità di bilancio con le risorse rappresentate principalmente dalle quote sociali, specie nei settori giovanili, e con l’incremento delle spese anche per i costi previdenziali; riguardo alla figura dei Dirigenti è stato notato che non compare nella categoria dei lavoratori sportivi come disciplinata dalla riforma, in continuità con il passato quando tutti i dirigenti fino ad oggi, con riferimento al basket, non sono mai stati equiparati agli atleti e agli allenatori. Ma al di là degli aspetti critici l’osservazione conclusiva è che ci sono ritardi anche nell’attuazione delle nuove regole.
A sua volta Fammelume ha messo in luce la centralità del ruolo dell’allenatore, vedendo con favore il ruolo di supporto dei Dirigenti e Collaboratori spesso ricoperto da familiari, più vicini ai ragazzi, senza che occorra fretta per far crescere un futuro campione, cui va insegnato di mettersi sempre e comunque a disposizione anche degli altri compagni. In generale il Direttore tecnico ha avanzato dubbi sui tempi e i modi della riforma dello sport, sostenendo comunque la necessità di un riconoscimento dell’impegno delle società sportive e del ruolo sociale dello sport da parte dello Stato.

Radice ha condiviso la linea di pensiero circa la funzione sociale e organizzativa delle figure dirigenziali spesso incarnate dai genitori, dovendo evitare che si insegua la meta di un campione a tutti i costi e facendo capire che occorre la consapevolezza dei propri limiti; infine Alberti, ricollegandosi a queste affermazioni, ha avvertito che, in un ambiente sano come deve essere un settore giovanile, chi rivela minori capacità sportive, può sempre intraprendere un percorso di Dirigente o Collaboratore di una società sportiva, preferibilmente dotandosi di una preparazione specialistica per lo svolgimento di questa attività.
Dall’incontro in sottofondo sono quindi risultate essenziali – nella attuale realtà del mondo sportivo riferita soprattutto ai settori giovanili e in specie di quelli di società minori – maggiori professionalità e competenze delle tante figure che ruotano intorno all’atleta, la cui acquisizione rappresenta proprio lo scopo del Corso di aggiornamento in Operatore delle società sportive.